S.U. Corte di Cassazione, sentenza n. 24418 del 2010
In ordine alla decorrenza della prescrizione del diritto del cliente alla ripetizione degli importi indebitamente versati la Corte di Cassazione a sezioni Unite con sent. 24418/2010 effettua una fondamentale distinzione tra rimesse di carattere solutorio e ripristinatorio.
Delle prime fan parte quei versamenti effettuati in corso del rapporto atti a coprire l’affidamento dell’oltre concesso (ossia i versamenti in extra-fido), per queste la prescrizione decennale del diritto inizia a decorrere in corrispondenza della data del singolo versamento. Per le ripristinatorie il termine prescrittivo inizia a decorrere dalla data di chiusura del rapporto bancario, in quanto a queste corrispondono i versamenti eseguiti a ripristino della provvista (i quali non hanno funzione di copertura dell’oltre concessione fido).
La definizione della solutoria fornita dalla Suprema Corte si rifarebbe essenzialmente al dettato dell’art. 2940 del c.c. il quale sancisce che non è ammessa ripetizione di ciò che spontaneamente pagato in adempimento di un debito prescritto, nel caso di specie la solutoria avrebbe l’effetto di estinguere il debito del cliente verso la banca.
“ l’azione di ripetizione di indebito da parte del cliente, il quale lamenti la nullità della clausola di capitalizzazione trimestrale degli interessi anatocistici, è soggetta all’ordinaria prescrizione decennale, la quale ricorre nell’ipotesi in cui i versamenti abbiano avuto funzione ripristinatoria della provvista dalla data di estinzione del saldo di chiusura del conto. Diversamente dicasi per le rimesse solutorie, versamenti effettuati non con funzione di ripristino ma di copertura dell’oltre fido concesso, per questi la prescrizione ricorre dalla data di annotazione di ogni singola posta di addebito”
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